domenica 26 agosto 2012

Panini integrali del jet lag

Ore 4 del mattino, una str#@*a decide di fare una telefonata a 120 decibel sotto la finestra della mia camera da letto.
Vi ricordate Jessica, la moglie di Carlo Verdone in "Viaggi di nozze"?
Ecco, lei, stesso stile, stessa voce: "Noooo, scusa davvero! Cosa hai detto? Si, grazie, no cioè scusa, no cioè grazie...".
Allo spavento per essere stata svegliata di colpo (da una voce fastidiosa) si è aggiunto il nervoso, poi è arrivato lui: il jet lag.
Mi aspettava al varco da ieri, la sveglia faceva le 4:00 ma per il mio corpo, appena tornato dal Canada, erano le 19:00 e così dopo un'ora passata a girarmi nel letto ho deciso di usare il mio rimedio preferito in caso di stress: cucinare! 
In onore dei panettieri alle 5:00 stavo impastando il pane e, dopo 7 ore di lievitazione, ecco il risultato: i panini integrali del Jet Lag con i quali ho accompagnato delle uova e dei broccoli.
160 gr di acqua tiepida
25 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero di canna
220 gr di acqua tiepida
10 gr di sale fino
10 gr di olio extra vergine di oliva
500 gr di farina integrale 
100 gr di farina manitoba

Versare in una tazza 160 gr di acqua, aggiungere il lievito e lo zucchero, sciogliere bene e tenere da parte.

Versare in una ciotola capiente i 220 gr di acqua, unire olio e sale ed emulsionare. 
Versare le farine, il lievito sciolto con tutta la sua acqua ed impastare con le mani per alcuni minuti (fino a che l'impasto non sarà elastico e non più appiccicoso, al bisogno aggiungere ancora farina).
Una volta ottenuto un'impasto morbido e liscio lasciarlo nella ciotola ben coperta con pellicola per alimenti e lasciarlo lievitare per circa 5 ore.
E' importante che la lievitazione avvenga in un luogo privo di correnti d'aria e preferibilmente tiepido (in queste notti qui fa così caldo che la mia cucina era a 30°Ce totalmente priva di aria corrente!!).
Trascorse le tre ore riprendere l'impasto, ricavare 12 palline, aggiungere a ciascuna pallina un cucchiaino di spezie a piacere, disporre le palline ben distanziate sulla placca del forno coperta di carta forno e lasciar lievitare di nuovo per un paio d'ore (meglio se nel forno caldo a 30°C).
Cuocere in forno caldo a 200°C per circa 30 minuti.
E' consigliabile mettere in forno una tazza termo-resistente colma di acqua così che, durante la cottura, si formi la giusta umidità per far cuocere meglio il pane.

domenica 19 agosto 2012

Victoria: pesce e cucina vegetariana

Dopo due settimane di parchi nazionali e montagne ci siamo diretti a sud, a Vancouver Island, sempre nei parchi ma questa volta sull'Oceano Pacifico!

A Victoria, capoluogo della British Columbia, ci siamo fidati della lunghissima fila di fronte ad una bancarella sul molo che vendeva pesce, Red fish blue fish, diceva il cartello.
Il menù comprendeva il classico fish & chips con halibut, merluzzo o salmone, zuppa di pesce, tacos ripieni di capesante, ostriche e frutti di mare alla griglia.
Nessun tavolo, solo un lungo bancone con sgabelli alti e vista sul mare, al secondo morso abbiamo annuito soddisfatti e felici di aver fatto la coda :-)
Il posto era gestito interamente da ragazzi giovani e di una gentilezza che ormai ho capito essere insita nei canadesi. Abbiamo letto da qualche parte che "se pesti un piedi ad un canadese sarà lui a chiederti scusa". Forse è un po' troppo ma la realtà non è molto distante.

Camminando per Victoria mi sono fatta anche attirare dall'insegna - o forse più dalle facce compiaciute e rilassate delle persone sedute ai tavolini - di "Green Cuisine", un ristorantino vegetariano.
Anche in questo caso si è rivelata una buona scelta: deliziosi i triangolini di pasta ripieno di ceci e quinoa e squisito l'orzo con tofu in salsa di curry e piselli.
Queste ricette devo assolutamente rifarle non appena tornerò a casa ;-)

giovedì 16 agosto 2012

Jasper e la pizza canadese

Per la terza volta, dopo una settimana di Canada, mi sono fatta fregare dalla pizza!
Questa volta ho ceduto di fronte ad una terrazza con vista sulle montagne del Jasper National Park e al cartello "the best pizza in town", povera illusa!
La vista era effettivamente spettacolare, la pizza gustosa ma la digestione è stata quasi impossibile!!! Ci sono voluti numerosi incubi e diversi litri di acqua per sconfiggerla!
Il problema è che, seppur senza mozzarella, unta, alta e pesantissima...a me piace!
Ogni volta rido leggendo nei menù "vera mozzarella" oppure "impasto fresco preparato tutti i giorni" come se di norma la pizza fosse fatta con mozzarella finta o impasto stantìo.
Ho avuto l'illuminazione solo dopo aver fatto un giro al banco dei formaggi in un supermercato: la mozzarella era affettata tipo Fontina e dura come l'Asiago.
Ci tengo a precisare che non faccio parte di quella categoria di persone che va all'estero e pretende di mangiare italiano; anzi, mi piace provare di tutto, è per questo che sto studiando anche la pizza! :-)
Ho trovato davvero stupefacenti alcune cose che qui invece sembrano essere di uso piuttosto comune (anche se credo sia impossibile generalizzare vista la vastità del paese):
- il dispenser di Parmigiano grattugiato che viene portato insieme alle pizze, per aggiungere formaggio a piacere. La prima volta che abbiamo visto il vicino di tavolo cospargere la sua abbiamo temuto si trattasse di sale!!
- il piatto in ghisa bollente che mantiene la pizza bella calda e ben sollevata dal tavolo (corredato da paletta per servire le fette)
- i gusti: dalla "real italian pizza" con sopra tutte le verdure che vi vengono in mente e la "vera mozzarella" alla pizza con manzo, cipolle e fagioli (praticamente un chili con carne!)
- Il diametro: si misura in pollici e va
da 8 a 15 (il massimo che abbiamo trovato ma sicuramente esisteranno locali dove le dimensioni saranno maggiori)

Che dire, nonostante tutto a me questa pizza piace e me la sono mangiata anche oggi come spuntino a meta pomeriggio (vedi pizza con mappa del paese!)

lunedì 13 agosto 2012

Banff e i dolci

Non so voi ma io faccio un po' di fatica a gestire il blog con l'iPhone e l'app di blogger, le foto si caricano solo a fine testo e non si può stabilirne l'ordine...anyway, andiamo avanti :-)
Siamo a Banff, la porta d'ingresso alle Montagne Rocciose, lo dice la Lonely Planet ma, soprattutto, lo dicono le vette meravigliose e cattivissime che ci circondano.
Siamo qui da due giorni e stiamo vagando in lungo e in largo per il Banff National Park, terra di orsi grizzly (che per ora non si fanno vedere) e di molti altri animali che vivono ancora allo stato selvatico.
Oggi ci hanno onorati della loro presenza alcuni grossi wapiti che brucavano tranquilli al bordo della strada.
Qui a Banff ho scoperto dei dolci deliziosi, per fortuna domani ce ne andiamo, altrimenti... ;-)
La prima sorpresa è stata la colazione che abbiamo trovato ad attenderci questa mattina nella stanza comune dell'ostello: pancakes caldi con sciroppo d'acero, il risveglio perfetto!!!
La cena invece si è conclusa con una "Apple pie" presa in un pub.
Dietro a questa denominazione così comune nei menù si nascondeva una base di biscotto, farcita di crema con fette di mele, il tutto ricoperto da un crumble di farina, burro e noci, ciliegina sulla torta: la panna montata.
Sono invece rimasta stupita da un negozio che, a vedere la fila di persone in attesa, spopola in Banff Avenue e che io credevo essere una gelateria.
Il fatto é che non avevo ancora visto un "Fudgery", cioè un negozio di "fondente" e "cose caramellate" : panetti di fondente a qualsiasi gusto (dalla menta alla fragola), caramelle, lecca lecca, dolcetti, frutta, tutti fatti con basi di mou al caramello o cioccolato preparate al momento oppure caramellati e farciti con "altro" tipo frutta secca, m&m's, confetti...e non so che altro perchè sono uscita, amo i dolci ma questo credo sia davvero troppo anche per i più golosi ;-)

giovedì 9 agosto 2012

La Okanagan Valley: frutta deliziosa e vino

Lasciata Vancouver siamo partiti verso est diretti a Summerland, un paesino sul lago Okanagan, nel cuore dell'Okanagan Valley.
Il clima qui pare essere sempre mite e soleggiato e questo favorisce la coltivazione di frutta, in particolare di pesche, ciliegie ed uva dalla quale producono ottimi vini.
Ci siamo fermati poco dopo Peachland (la terra delle pesche!!) per fare una degustazione, la cantine sono quasi tutte ai bordi della Highway 97 e trovarle e semplicissimo.
Dopo aver provato un "Baco Noir" (vino rosé del 2009), un "Pinot Grigio" del 2008 ed un Riesling del 2004 abbiamo scelto quest'ultimo
Il proprietario della cantina era un tedesco di Monaco, pare che la sua famiglia produca vini in Canada da anni e che alcune delle sue annate siano state scelte per il matrimonio
di William & Kate!
Lasciata Peachland ci siamo fermati in una bancarella gigante nei pressi di un frutteto e ho scoperto che la torta di nonna papera, quella con il buco in mezzo...esiste!!!
Abbiamo trovato frutta, marmellate, succhi, dolci fatti in casa, sciroppi alla frutta, candele fatte a mano, libri di ricette, pappa reale e mille altri prodotti naturali, il tutto con annesso prato, tavolini per fermarsi a mangiare (immancabili) e vista sul lago...e chi li ammazza più questi!

mercoledì 8 agosto 2012

I primi tre giorni in Canada

Tre giorni fa siamo atterrati a Vancouver, avevo in testa di scrivere un diario come quello della scorsa estate, l'esperimento islandese, ma ho cambiato idea...per causa di forza maggiore.
Qui, come in tutte le metropoli, il cibo è ovunque e a qualsiasi ora del giorno e della notte e per me, che non ero ancora stata oltreoceano, è sconvolgente vedere quanto e come mangino le persone.
Leggo i giornali, ho visto qualche puntata di "Adolescenti XXL", sto forse scrivendo cose banali ma per me, quasi maniaca dell'alimentazione sana, questi sono stati tre giorni di scoperte!
Dani mi dice "e pensa che non siamo negli Stati Uniti!"...per ora preferisco non pensarci ;-) !
In ogni caso non mi sono tirata indietro, non voglio fare come il tipo di "To fit to fat to fit" che ha mangiato come un americano medio per 6 mesi e poi ha dimostrato che cambiare si può, mi limito solo a viaggiare ed osservare come si vive e si mangia nella parte di Canada che visiteremo.
Fino ad ora mi sono data agli hamburger con patate, hot-dog, sandwiches con pollo e salse, burritos e, naturalmente, colazioni a base di muffins a tutti i gusti oppure pancakes, succo d'arancia, frutta e tazzone di caffè.

domenica 5 agosto 2012

Cheese cake alla vaniglia e cannella


La mia mamma ha compiuto 60 anni!
Le ho preparato una cheese cake per due motivi, anzi tre: ama i formaggi, è golosa e ad agosto, per via del caldo, non amo accendere il forno!
Per fortuna la cheese cake le è piaciuta molto soprattutto perché di solito é lei a fare torte per tutti e non si aspettava di riceverne una!
Per la base:
70 g burro morbido
250 g biscotti Digestive (non che altri biscotti o frollina non vadano bene, anzi, è che io adoro i Digestive, a mio parere sono i migliori per questo tipo di dolci)
1 cucchiaino di cannella in polvere

Per la crema:
4 fogli di gelatina (io di solito utilizzo quella di marca Pane Angeli)
250 g di panna liquida fresca
150 g di Yogurt Müller alla vaniglia (idem come sopra, io trovo che la consistenza dello yogurt Müller sia perfetta per questo tipo di dolce)
80 g di mascarpone
70 g di formaggio fresco tipo Philadelphia
70 g di zucchero di canna
1 bustina di vanillina

Frullare i biscotti fino ad ottenere una polvere.
Mettere i fogli di gelatina in ammollo in una piatto fondo colmo di acqua.
Sciogliere il burro a fiamma lenta, continuando a mescolare unire i biscotti ed il cucchiaino di cannella, amalgamare bene e togliere dal fuoco.
Mentre il composto raffredda un po' montare bene la panna e metterla in frigorifero.
Ricoprire il fondo di una teglia a cerniera da 24/26 cm con un foglio di carta forno bagnate e strizzata, versare il composto di biscotti e burro, premere bene con il dorso di un cucchiaio per livellare quello che sarà il fondo della torta.
In una ciotola versare lo yogurt, il mascarpone, il formaggio fresco, lo zucchero, la vanillina e mescolare con la frusta fino ad ottenere un composto cremoso.
Strizzare bene la gelatina, metterla in un pentolino e scioglierla a fuoco lento (1 o 2 minuti al massimo), versarla nella crema, unire la panna montata e mescolare delicatamente (per non smontare la panna).
Versare il composto sulla base di biscotto e mettere la torta a riposare in frigorifero per per 4 o 5 ore prima di servirla.
Poco prima di servirla, se vi va, decoratela a piacere.
Io preferisco mettere le decorazioni di zucchero all'ultimo istante perché lo zucchero tende a sciogliersi lasciando il colore sulla superficie dei dolci.
La scritta l'ho realizzata a mano libera con del cioccolato fondente fuso e messo in una siringa per dolci.

giovedì 2 agosto 2012

Cene da altri e pensieri sparsi.

Sono passate due settimane dall'ultimo post e mi sembrano mesi.
Sono stanca, fisicamente, mentalmente.
Sto cucinando tanto, tantissimo per lavoro e poco, pochissimo per me.
Questo è il motivo per cui non sto postando ricette.


Luglio ed agosto si sa, sono mesi in cui forse si ha meno voglia di stare davanti ai fornelli e poi, la sola idea di prendere in mano il Mac, appoggiarlo sulle gambe e scrivere...mi fa venire caldo.
E appoggiati al tavolo, direte voi. Sì, vero, ma mi piace così.
Mi piace accoccolarmi a letto o raramente sul divano, sistemare le foto e poi pubblicare i post.


In queste settimane però non ho smesso di mangiare, anzi.
Sono stata in un locale molto carino sui Navigli a Milano, si chiama Luca e Andrea, lo conoscevo per i cocktail (originali e fatti bene) e grazie ad una coppia di amici ho scoperto che anche la cucina è ottima.
Un'altra meravigliosa scoperta milanese che devo a due amici è il Nisida, ristorante napoletano in zona Isola. Io amo la pizza e quella con il cornicione ripieno credo entri di diritto nella mia top 5.
Chi ha assaggiato i primi è rimasto totalmente soddisfato, voto 9 per questo locale verace ;)
Per far riprendere mia sorella che è lì lì per partorire e in città soffre il caldo, siamo corsi all'Aple del Viceré con bruschette e spiedini al seguito! 
Sono stata a cena in una tigelleria a Tradate, il nome del locale è Pepito, le ragazze che lo gestiscono sono molto simpatiche e la cucina è ottima.
Con pochi euro a testa si possono gustare tigelle fatte in casa a volontà accompagnate da salumi, formaggi e salse.
Per finire, ovviamente, tigelle con salsa al cioccolato bianco o Nutella oppure deliziosi dolci della casa.
La cena di pesce preparata da Elisabetta merita un applauso.
Bella e brava la cara Eli cucina anche il pesce egregiamente. Non voglio sminuire l'importante lavoro fatto dal suo compagno :), tostare il pane richiede impegno e dedizione ma credo che in questi gamberetti piccanti ed in questa paella di pesce fresco ci sia più lo zampino femminile rispetto a quello maschile.
Mi vedo costretta a chiedere un bis per assistere anche alla preparazione (chi ha orecchie per intendere.... :) )
E dopo il pesce ecco la carne, non la amo, credo di averlo già scritto da qualche parte nel delirio di oltre un anno di post ma, come dice la mamma: ogni tanto, Silvia, ci vuole.
Davanti ad un hamburger di Road House Grill, Dani, e a tre mini burger, io, abbiamo parlato a lungo dell'idea di diventare vegetariani, per ora è solo un'idea e, se lo farò o lo faremo, credo che non lo publicizzerò, meglio andarci cauti con certe dichiarazioni di intenti.


Per ora ho comprato "Se niente importa", un libro che parla di carne e delle barbarie negli allevamenti intensivi, vedremo che mi succederà nei prossimi mesi.